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PALATO RAFFINATO
Palato Raffinato. eretica
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Nel 3°millennio ci sono donne che non hanno il diritto di mantenere la
propria storia, la propria religione, la propria lingua. Non hanno accesso
all’istruzione, non sanno cosa sia la libertà di scelta e non conoscono
concetti come comprensione, dignità e rispetto. Milioni di loro continuano
ad essere calpestate, negate, oppresse e non hanno grandi possibilità di
essere e di crescere. Dare spazio al punto di vista delle donne è importante
per mostrare modalità e strumenti differenti su quello che accade ogni
giorno intorno a noi, partendo da un punto di comprensione capace di
arricchire con chiavi di lettura supportate da altri schemi, come può essere
il cinema. La guerra, i disastri e le tensioni sociali, le complessità
relazionali visti attraverso gli sguardi delle donne, sono il modo più
efficace per aiutare a riflettere sull’umano e sulla condizione femminile in
ogni paese del mondo, ma sono anche un mezzo di lavoro concreto per il
superamento di logiche che ancora oggi impediscono una vera equità tra i
sessi. Tutto questo è il tema della sezione legata all’eresia,
rassegna non competitiva di medio/ lungometraggi, provocatori rispetto ai
contenuti generali. Film – percorso per dare voce, volto e senso a storie
femminili sparse nel mondo. Monforte d’Alba, sede del Circolo promotore del
festival è uno dei luoghi di nascita dell’eresia catara, La Contessa Berta,
nome del Circolo, è la feudataria bruciata al rogo in seguito alla sua
appartenenza al catarismo. I film, selezionati con particolare attenzione,
evidenziano gli aspetti eretici per eccellenza: scelte “arbitrarie”
estetiche, di contenuto, di forma, in cui il femminile mantiene una parte
di primo piano, attraverso un mezzo mai come in questi casi, eretico: lo
sguardo. Considerando in questa sezione anche i quarant’anni del 68 e
quanto contributo e lotte vi portarono le donne.
Questa sezione è collegata alla 2° edizione del Premio LA CONTESSA BERTA
2008, che trae spunto dal provocatorio antico grido cataro Puslen
cremar que renonciar (Meglio bruciare che rinunciare) e alla mostra
"Convivéncia d’Occitania: Simone Weil, pensieri filosofici
dedicati all’Occitania", in collaborazione con Chambra d’òc.
Le proiezioni avverranno nel Teatro Comunale di Monforte
d’Alba.
L’eresia
La parola “eresia” deriva dal greco αιρεσις, hairesis (da αιρεομαι,
haireomai, "scegliere") e significa sia una scelta di credo che una fazione
di credenti dissidenti. Nel registro informale, il termine viene usato per
indicare un’ opinione gravemente errata o discordante dalla tesi più
accreditata su un determinato argomento. Da un punto di vista storico non va
dimenticato che l’eresia non si presenta mai come un fatto solamente ed
unicamente religioso ma ha sempre varie e profonde implicazioni politiche,
sociali ed economiche, che la condizionano e persino ne determinano la
fisionomia, la durata nel tempo e l’esistenza stessa. Il significato
etimologico della parola eresia ci porta ad un concetto fondamentale nella
vita di un essere pensante: "Scelta", possibilità, cioè, di compiere una
selezione fra tutte le tesi, le concezioni, le esperienze che nel corso
della nostra vita entrano nella nostra conoscenza; un modo di leggere la
pratica, rispetto all’ortodossia imperante. La facoltà di scelta è
patrimonio di tutti gli essere viventi, che scelgono per istinto,
condizionamento, ragionamento.
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