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PALATO RAFFINATO
Palato Raffinato. eretica
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Rassegna non competitiva di medio/lungometraggi, provocatori
rispetto ai contenuti generali.
Sezione dedicata al cinema eretico: Monforte d’Alba,
sede del Circolo promotore del festival è anche uno dei luoghi di nascita
dell’eresia catara, La Contessa Berta, nome del Circolo, è la feudataria
bruciata al rogo in seguito alla sua appartenenza al catarismo. I film,
selezionati con particolare attenzione, evidenziano gli aspetti eretici per
eccellenza: scelte “arbitrarie” estetiche, di contenuto, di forma, in cui il
femminile mantiene una parte di primo piano, attraverso un mezzo mai come in
questi casi, eretico: lo sguardo. Questa sezione è collegata al provocatorio
incontro Puslen cremar que renonciar (Meglio bruciare che
rinunciare) di domenica 10 giugno, dall’antico grido cataro, alla mostra
Freimas d’Occitan, sulle donne e la cucina occitana, e
alla 1° edizione del Premio LA CONTESSA BERTA 2007. E ad ogni percorso
esplorativo del Cibo dell’Anima del regista Piero Cannizzaro,
che inizia con un’uscita dalla clausura e termina dentro, corrisponde un
ritratto femminile di pari dignità e rispetto.
Il 2007 è l’Anno Europeo delle Pari Opportunità. Nel
3°millennio ci sono donne che non hanno il diritto di mantenere la propria
storia, la propria religione, la propria lingua. Non hanno accesso
all’istruzione, non sanno cosa sia la libertà di scelta e non conoscono concetti
come comprensione, dignità e rispetto. Milioni di loro continuano ad essere
calpestate, negate, oppresse e non hanno grandi possibilità di essere e di
crescere. Dare spazio al punto di vista delle donne è importante per mostrare
modalità e strumenti differenti su quanto accade ogni giorno intorno a noi,
partendo da un punto di comprensione capace di arricchire con chiavi di lettura
supportate da altri schemi, come può essere il cinema. La guerra, i disastri e
le tensioni sociali, le complessità relazionali visti attraverso gli sguardi
delle donne, sono il modo più efficace per aiutare a riflettere sull’umano e
sulla condizione femminile in ogni paese del mondo, ma sono anche un mezzo di
lavoro concreto per il superamento di logiche che ancora oggi impediscono una
vera equità tra uomo e donna.
Tutto questo è il tema della sezione legata all’eresia,
rassegna non competitiva di medio/ lungometraggi, provocatori rispetto ai
contenuti generali. Film – percorso per dare voce, volto e senso a storie
femminili sparse nel mondo
Cibo e religione. Il rapporto tra cibo e religione nel cinema è forse uno
dei temi più ricchi e complessi. Basti pensare al percorso delle grandi
religioni, al valore del digiuno, dell’offerta, dello spreco, della restrizione.
Nel cristianesimo è sottolineato il mistero del Dio che si fa cibo, pane e vino
dato per il nutrimento dei fedeli.
L’eresia. La parola "eresia" deriva dal greco αιρεσις, hairesis (da
αιρεομαι, haireomai, "scegliere"), e significa sia una scelta di credo o una
fazione di credenti dissidenti. Nel registro informale, il termine viene usato
per indicare un' opinione discordante dalla tesi più accreditata su un
determinato argomento. Da un punto di vista storico non va dimenticato che
l’eresia ha da sempre varie e profonde implicazioni politiche, sociali ed
economiche, che la condizionano e persino ne determinano la fisionomia. Il
significato etimologico della parola eresia ci porta ad un concetto
fondamentale: "scelta", possibilità, cioè, di compiere una selezione fra tutte
le esperienze che nel corso della vita entrano nel nostro patrimonio culturale.
L’eresia del cibo. L’arte culinaria è eretica. Si oppone e
contraddice alla regola/funzione fondamentale dell’alimentazione che è quella
del bisogno e della sopravvivenza. Di per sé il fatto che l’essere umano
consideri la cucina come arte, piacere, cultura, quindi ne abbia un obiettivo
estetico, rappresenta un’eresia di fronte al dogma binomio cibo = sopravvivenza.
L’eresia si completa nel fatto che il cibo, passando attraverso una
manipolazione raffinata di tipo artistico – estetico, diventa un luogo di
piacere. I film, selezionati con particolare attenzione, evidenzieranno gli
aspetti eretici per eccellenza: scelte “arbitrarie” estetiche, di contenuto, di
forma, in cui il femminile mantiene una parte di primo piano, attraverso un
mezzo mai come in questi casi, eretico: lo sguardo
Le pellicole selezionate
RITRATTI DALLA SICILIA
“STORIE DI DOLCI”
Piero Cannizzaro, Italia 2005, 18’
Storie di Dolci è la storia di un riscatto dalla povertà Siciliana degli anni 40
e 50. Ambientata ad Erice, da sempre famosa per la millenaria tradizione dei
dolci nati nel chiuso dei numerosi conventi del bellissimo borgo medievale.
“Storie di dolci” racconta la storia di Maria Grammatico, cresciuta per più di
vent’anni nel convento di clausura gestito dalle monache che custodivano antiche
ricette di pasticceria di altissimo livello. E la sua storia inizia proprio nel
convento S.Carlo di Erice. Qui di nascosto, “rubava” e memorizzava con vari
espedienti le ricette alle monache di clausura gelosissime del loro sapere
dolciario. Una volta uscita dall’istituto, ha trovato la forza e la volontà di
aprire in proprio una pasticceria utilizzando tecniche e ingredienti di un’arte
che poteva scomparire. Oggi Maria Grammatico è fra i custodi della vera arte
dolciaria isolana che vanta un primato di varietà di paste prodotte come si
faceva una volta.
Premio Academia Barilla 2005 – Premio Hermes Lecce 2005
- Premio del pubblico al Festival Internazionale delle Culture Mediterranee di
Bosa 2006 (Oristano).
IL CIBO DELL’ANIMA. STORIE
DI CLAUSURA
Piero Cannizzaro, Italia 2007, 34’
Ambientato tra le colline nella provincia di Macerata, in un Convento di
clausura delle monache Benedettine, è la storia delle loro vita oltre la grata.
Il termine clausura deriva da plaustro, chiostro, un luogo recintato,
delimitato, da cui le monache non escono mai ad eccezione di situazioni
particolari. Nel monastero producono tutto ciò di cui hanno bisogno, dal
frumento, dagli insaccati agli ortaggi, dalla frutta alle uova. Le Benedettine
di Monte S.Martino che seguono la regola di S. Benedetto “Ora et labora”, si
adoperano anche in molte altre occupazioni, dalla pittura ai ricami degli arredi
sacri, attività che vengono scandite dalle pratiche spirituali delle preghiere,
dei canti e dei vespri. I pasti sono momenti di comunione, ma non nel chiasso,
il pranzo è una liturgia, un rendere “lode al Signore” perché la preghiera e il
cibo sono due “strumenti” che consentono loro di stare bene. In conclusione la
madre badessa racconta il perché le sorelle abbiano acconsentito di aprire le
porte per la realizzazione di questo film documentario.
IL CIBO DELL’ANIMA. STORIE
EBRAICHE
Piero Cannizzaro, Italia 2007, 24’
La storia ruota attorno a Donatella Limentani, un’ebrea che vive a Roma e che ha
dedicato la sua vita a raccogliere le ricette di cucina della tradizione
Ebraica, un tempo tramandata solo per via orale. Girato nel ghetto di Roma il
documentario, attraverso varie testimonianze di ebrei che seguono i numerosi
precetti della cultura ebraica, ci da uno spaccato di questa antichissima
religione. Un viaggio tra sapori e colori dei piatti askhenaziti e sefarditi,
tra riti e ricette nate dall’incontro di culture diverse e lunghe diaspore. In
definitiva un viaggio nella memoria.
IL CIBO DELL’ANIMA. STORIE
DELL’ISLAM
Piero Cannizzaro, Italia 2007, 31’
La storia è ambientata a Torino, il protagonista è Abdelaziz, uno degli Imam
della città: aperto al dialogo con le altre comunità, desideroso di creare un
rapporto solido con la cultura occidentale ci conduce nell’affascinante realtà
islamica. Nella sua testimonianza il sociologo Khaled Fouad Allam racconta
quanto i sapori siano legati ai ricordi della sua infanzia in Algeria, la
ricercatrice Nesa Elouafi ci parla di come il cibo può contribuire ad abbattere
le differenze culturali, mentre lo scrittore iraniano Hamid Ziarati mette
l’accento su come israeliani e palestinesi, in relazione al cibo, abbiano gia
fatto la pace da molti anni. Il regista Vacis ed Eric Vassallo parlano di come
Torino stia cercando proprio attraverso il cibo un punto di comunicazione tra
culture. E infine Mohamed parla della sua pasticceria di dolci mediorientali,
ormai un punto di riferimento non solo per la comunità araba, ma per tutta la
città di Torino.
IL CIBO DELL’ANIMA. STORIE
VALDESI
Piero Cannizzaro, Italia 2007, 26’
E’ un vero e proprio viaggio nel territorio valdese, attraverso alcuni
personaggi della Val Pellice, come un pastore donna, o Walter Eynard che della
cucina valdese ha fatto un simbolo del suo ristorante, ma anche alcuni
produttori di carni e formaggi tipici che legano il gusto del territorio
all’identità religiosa. I Valdesi sono un movimento di rinnovamento, sorto nel
XII sec., che predica la povertà e il ritorno al vangelo. Numerose sono le
vicissitudini storiche, fra massacri e ‘riabilitazioni’; e numerose sono le
comunità, che si trovano un po’ in tutta Italia, soprattutto nelle valli
Piemontesi e Lombarde. Ed è da questa posizione geografica che l’alimentazione
tradizionale delle comunità riflette il gusto tipico dei paesi del nord: una
cucina profondamente legata alla storia e all’ambiente che si richiama a
situazioni legate alla permanenza o al passaggio di popoli differenti.
IL CIBO DELL’ANIMA è il progetto che Cannizzaro
realizzerà attraverso 8 film-doc- Storie Buddiste, Storie dell'Islam, Storie
Valdesi, Storie Sikh, Storie di Osho, Storie di Clausura, Storie Francescane,
Storie Ebraiche - ambientati in altrettante comunità spirituali sull tema del
cibo e della spiritualità. Tra spiritualità e cibo c'è sempre stato un rapporto
molto stretto. Il cibo come storia e cultura, memoria e gusto, concetto rituale
e simbolico, incontro e integrazione. Conoscere le abitudini alimentari aiuta a
capire meglio l'identità delle diverse culture, come pure a comprendere lo
spaesamento, il disagio e la necessità di dialogo dei molti immigrati con i
quali ormai conviviamo. Piero Cannizzaro: ha scritto e diretto numerosi
film-documentari sia radiofonici che televisivi coi quali ha partecipato a
festival nazionali e internazionali, come: Festival Cinema Giovani di Torino
1990; Festival Rimini Cinema 1991; S.Benedetto del Tronto; Bruxelles; Ankara;
Belgrado; Festival di Rovereto 1996 (I° premio); Festival di Istanbul 1999
(Menzione Speciale); Este Cinema 2000 (2° premio); Maremma Doc Festival 2001
(Menzione Speciale); Premio Ustica 99 ( Menzione Speciale ).
FILO DI LUCE
Michele Fasano, Italia 2004, 56’
Raman è una bambina di dieci anni, indiana, di religione Sikh, arrivata in
Italia quando ne aveva quattro al seguito di sua madre. Non ricorda nulla del
Punjab, la terra d'origine del padre, emigrato in Pianura Padana sei anni prima
della moglie, per lavorare come mungitore in cascina là dove una volta vivevano
i contadini italiani ormai estinti. Raman è felice di vivere in campagna perché
le piacciono i "paesaggi silenziosi". Ma dopo una vacanza in Punjab, dove
riprende contatto con la terra del padre, è ritornata in Italia piena di
domande, dando avvio ad un confronto tra la sua terra di origine e quella che la
ospita e sente sua. Si reca dal guru del tempio sikh di Vescovato (CR) per
cercare qualche risposta a tali quesiti. Dai racconti del guru emergono principi
di rispetto per le altre culture, per le altre religioni e per la biodiversità
della natura. La bambina scopre così, che già in precedenza, da sola, aveva
fatto propri quei pensieri, senza saperlo, nell'ascolto silenzioso del paesaggio
sonoro della campagna, come lei dice "quando le macchine si fermano", sullo
sfondo del fiume Po e della campagna tra Cremona e Reggio Emilia.
RITRATTO DI ALTINÈ NELLA STAGIONE SECCA
Elisa Mereghetti, Italia 1999, 25’
Altinè è una donna Peul - uno dei gruppi originariamente nomadi del Sahel - e
vive in un piccolo villaggio nel Deserto del Ferlo, Senegal. Ogni giorno impiega
tre ore per andare a prendere l'acqua al pozzo, poi raccoglie la legna, prepara
il cibo e accudisce i bambini. Altinè è la depositaria di valori, cultura e
conoscenza dell'adattamento umano al difficile contesto ambientale del Sahel. Sa
come gestire le scarse riserve d'acqua per cucinare, lavarsi e provvedere ai
bisogni della famiglia e per un poco di agricoltura su quel terreno arido. Il
documentario ritrae la sua vita quotidiana durante la stagione secca.
Premio per il miglior film - Right To Have Rights,
International Human Rights Film Festival, Modena 2001 Premio "Acque del Terzo
Millennio" - Festival Internazionale L'avventura dell'uomo, Castellana Grotte
2001 Premio per il miglior documentario - Videodonna Festival, Bologna 1999
Menzione Speciale - Maremma Doc Festival, Pitigliano (GR) 1999 Menzione Speciale
- "Premio Libero Bizzarri", San Benedetto del Tronto 1999 Astra Film Festival,
Sibiu (Romania) 2000 International Festival of Ethnographic and Anthropological
film, Parnu (Estonia) 1999 Welcome Bienvenus, video rassegna concorso Genova
1999
INTRECCI: DONNE E AZIONI
POSITIVE
Marco De Poli / Giovanna Cossia, Italia 2001, 20’
Nel clima di incertezza e apprensione che circonda l’apertura del G8 a Genova,
decine di organizzazioni di donne italiane e straniere, provenienti da tutto il
mondo, hanno dato vita ad un animato dibattito dal titolo: “Genere e
globalizzazione”, per offrire uno spazio di approfondimento e confronto e per
cercare una alternativa possibile alla visione del mondo proposta dal Club degli
stati che si riconosce nella sigla G8. Sempre a Genova è stata presentata
un’esperienza di cooperazione al femminile in Brasile, il programma radiofonico
‘Fala Mulher’: uno dei tanti esempi di potenzialità creative delle donne. Il
film è stato realizzato da
Intrecci, magazine televisivo mensile ideato da Marco De
Poli e Giovanna Cossia e distribuito dal gennaio 2000 dalla ADN
Kronos ad un circuito di 110 televisioni locali. E’ il primo tentativo organico
in Italia di dare voce e volti alla realtà del sud del mondo, nei suoi contatti
con la nostra; per allargare gli "sguardi" su un mondo sempre più
interdipendente, e offrire temi di discussione sui grandi problemi, ancora
irrisolti alle soglie del nuovo millennio. E' promosso dalla ONG Gruppo per le
Relazioni Transculturali, con il sostegno del Ministero degli Affari Esteri -
Direzione Generale per la Cooperazione allo sviluppo, ed è realizzato
dall'Associazione URIHI, a cura di Giovanna Cossia e Marco De Poli.
SIGNS OUT OF TIME
Donna Read / Starhawk, USA 2004, 60’
Luciana Percovich racconta il suo incontro con Marija Gimbutas, appassionata
studiosa alla scoperta della antica cultura della Dea Madre. Una donna che ha
letto le testimonianze del passato con occhi consapevoli di donna. La sua
ricostruzione del passato arcaico ha riportato a galla la presenza cancellata
del femminile nella storia. La sua è stata cioè una completa rivoluzione di
prospettiva sulle origini della cultura europea, che mette indietro di almeno
5000 anni l’orologio del tempo storico, cioè a molto tempo prima della comparsa
sulla scena delle popolazioni indoeuropee, mostrandoci una misconosciuta civiltà
dell’Antica Europa, una civiltà policentrica, priva di centri di potere
dominanti, che non conosceva l’uso delle armi, e che verosimilmente indicava
attraverso il simbolo della Dea la sua concezione della vita, legata al ciclo
della natura di vita, morte, rigenerazione e nuova nascita.
THE BURNING
TIMES/I TEMPI DEI ROGHI
Donna Read,
Canada 1990, 55’
Il video ricostruisce i Tempi della Caccia alle Streghe in Europa, dalle cui
ceneri nasce la civiltà moderna occidentale. La Read analizza il fenomeno
proponendo tre diversi percorsi di indagine che si intrecciano attraverso il
dipanarsi della narrazione cinematografica. Accanto alle interviste a
storiche/i, giornaliste e scrittrici femministe, troviamo un vasto apparato
iconografico e alcune fonti scritte estrapolate da trattati di demonologia. Il
documentario ricostruisce fedelmente, secondo un rigoroso metodo storiografico,
le tappe salienti del percorso che, nel corso dei secoli, ha condotto alla
demonizzazione del sapere femminile di cui le donne sono state progressivamente
espropriate, in modo violento e persecutorio. Un documentario che emoziona e
che, utilizzando il linguaggio cinematografico che, in quanto visivo, risulta
più immediato ed efficace di un testo scritto, si presta ad essere utilizzato
per un vasto pubblico.
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