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DULCIS IN FUNDO
DULCIS IN FUNDO! EROTICA
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Rassegna non competitiva di
lungometraggi cult selezionati in base a criteri di qualità e originalità
formale e di contenuto, destinata al grande pubblico. Un’inedita opportunità di
veicolare, attraverso il cinema che parla di cibo, le metafore
della vita. I film appartengono a paesi e cinematografie diverse proprio per
garantire una visione più ampia possibile. In visione 3 opere prime: lo
splendido Nanuk, recuperato grazie al lavoro dell'Ermitage Distribuzione,
il primo film di Crialese ancora americano, e Seres Queridos
il grottesco lavoro e opera prima di Teresa de Pelegri e Dominic Larari.
“Si desidera solo ciò che si vede", diceva il Dottor Lecter nel
Silenzio degli innocenti. Cioè si desidera solo quello che si può conoscere,
penetrare con lo sguardo, possedere con la mente. Questa sezione vuole aiutare
a farlo. Per scoprire il piacere "nell" immagine.
Questo include ovviamente le
mille possibilità in cui i cibi possono essere utilizzati, serviti e mangiati,
in cui si svolgono i rituali ambigui dei pasti familiari, in cui si consumano i
piaceri che accendono la passione sul grande schermo. Il cibo è uno degli
aspetti più umani, materiali ed istintivi. Ma è solo nutrimento, o anche
cultura? E’ sopravvivenza o modalità di piacere? Gusti sconosciuti, aromi nuovi,
sapori di altri popoli e culture: intriganti, seducenti, stimolanti. Cibo e
cinema, ossessioni secolari, linguaggi di straordinaria eccellenza e materia
prima espressiva del grande schermo e della vita: basta aprire un menu qualsiasi
del nostro cinema per accorgersi di quanto queste filosofie si appartengano.
Le proiezioni avvengono
all’aperto nelle piazze, a ridosso dei castelli o in antiche chiese
confraternite sconsacrate dei paesi partecipanti alla competizione: Castiglione
Falletto, La Morra, Monforte e Serralunga d’Alba, in una cornice quanto mai
suggestiva e di rituale antico e collettivo
Al termine di ciascuna
proiezione, sarà estratto il numero di tessera di uno degli spettatori presenti,
a cui verrà offerta una bottiglia di Barolo d’annata di una delle Cantine che
sostengono l’iniziativa, quale simbolo del prodotto più prestigioso delle
colline della Langa del Barolo.
Le pellicole selezionate:
Il padre di tutti i documentari cinematografici,
il primo ad avere un successo mondiale in sala, "Nanuk", fu realizzato quasi per
caso. Flaherty non era un regista ma un esperto inviato nella zona dell'Hudson
Bay per verificarne le potenzialità minerarie. Dopo quattro spedizioni tra il
1910 e il 1916 Flaherty rimase affascinato dalla cultura Inuit e capì che stava
contemplando un mondo in via di sparizione, decidendo di filmarlo per
testimoniare la sua esistenza. Il film racconta la vita quotidiana di Nanuk: la
costruzione dell'igloo, la caccia e la pesca, la lotta contro le avversità, la
preparazione dell'kayak. Il film uscito nel 1922 - restaurato del 1998 - ebbe un
successo mondiale, permettendo di entrare in contatto con una cultura
sconosciuta ai più. Flaherty ha realizzato un lavoro splendido sotto l'aspetto
filmico, ma discutibile sotto quello dell’ autenticità: la questione della
veridicità del documento filmato è dibattuta ancora oggi, ma il racconto
attraverso immagini di una realtà diversa resta appassionato e convincente. La
versione audio contiene la colonna composta da Stanley Silverman nel 1975.
Con il film, la Ermitage prosegue la sua opera di
riscoperta dei capolavori della cultura cinematografica storica.
Antonio e Apu vivono a New York, inseguendo il
loro personale sogno americano. Antonio è un siciliano senza visto di soggiorno
e così si arrangia facendo svariati lavori, per mantenersi. Un giorno incontra
Ellen, conduttrice radiofonica, e se ne innamora. Il tutto si complica quando a
lei viene offerto un lavoro a Parigi. Apu, invece, vive da oltre vent'anni in
America, barcamenandosi tra i mestieri più disparati. All'arrivo di Devi, la
sposa che i suoi genitori hanno scelto per lui quando era ancora bambino, deve
scontrarsi con una realtà che gli è ormai straniera - gli usi e costumi della
sua patria di origine - e con la difficoltà della sua compagna nell’abituarsi al
modo di vivere americano.
Emanuele Crialese nasce a Roma nel 1965. Va
a vivere a New York dove si laurea nel 1995 presso il Dipartimento di Cinema
della Tish School of the Arts. Esordisce alla regia due anni dopo, sempre negli
Stati Uniti, con Once We Were Strangers, lungometraggio in lingua
inglese da lui anche scritto e prodotto che partecipa in concorso al Sundance
Film Festival 1998, primo regista italiano ad essere accettato nella sezione
competitiva del Festival diretto da Robert Redford. Tra il 1998 e il 2000
Crialese lavora anche in teatro, sempre negli Stati Uniti. Il successo arriva
con Respiro (2002), che vince il Premio della critica a Cannes
2003. Nel 2006 il suo Mondonuovo (2005) è stato selezionato per
concorrere all'Oscar come miglior film straniero.
Leni, ebrea, vuole
presentare ai suoi il nuovo ragazzo, Rafi, palestinese. I due decidono di non
rivelare la cosa, visti i comportamenti un po’ anomali della famiglia, di per
sé al limite dell’implosione: il figlio adolescente, David, che ha da poco
abbracciato l’ebraismo più ortodosso e vuole mangiare solo kasher e seguire le
regole dello Shabbat e Tania, la maggiore, mangiatrice di uomini e con una
passione per la danza del ventre, la nipote che gira per casa con un cuscino
sotto il vestito annunciando di essere incinta, il nonno con problemi di vista e
di udito, la madre instabile e nevrotica e il padre, che, probabilmente, ha
un’amante. In questa complessa situazione, entra il palestinese che si rivela
tanto imbranato da mettere davvero a repentaglio la vita familiare. La
tolleranza verrà cercata goffamente, ma alla fine arriverà, seppur attraverso
strade tortuose.
Teresa De Pelegri
e Dominic Harari firmano insieme la sceneggiatura e la regia
della loro opera prima.
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